Francesca Molina

Medico analista adleriano

Ho conosciuto Rocco Persampieri per un fortuito incontro e insieme ci siamo scoperti fruitori della teoria di Alfred Adler. Con obiettivi e stili di vita diffe- renti stavamo lavorando ai medesimi scopi.

La storia proposta da Rocco è storia di fatica e di conquista che il prota- gonista è riuscito a interpretare come occasione di prevenzione per le nuove generazioni.

L’unità corpo-mente è la matrice di questo criterio preventivo declinato in formule così antiche (mens sana in corpore sano) da apparire straordinariamente moderne in un’epoca storica che, a tratti, sembra aver rinunciato sia alla logica del buon senso sia all’ordine naturale delle cose. In un’epoca simile, coerenza e semplicità acquisiscono un potere rivoluzionario ed è questa la vera sostanza che agisce sulle nuove generazioni.

Rispettate perché rappresentanti del futuro, ritrovano il rispetto del pas- sato dal quale provengono con il mandato di migliorarlo. Forse la semplicità dell’opera è tutta qui: credere davvero che possa avere un senso aspettarsi che i giovani divengano migliori di noi e investire quel che ci è dato in quella direzione.

Insomma, piantare un albero pur sapendo che alla sua ombra siederà qualcun altro. E Rocco di alberi ne ha piantati tanti e ancora continua, tra- mandando a giovani collaboratori tenacia e speranza.

Se tutto ciò valesse a proteggere e aiutare anche un solo ragazzo, sarebbe una vita ben spesa e forse l’unica immortalità che valga la pena di avere.